Ciò che ha lasciato il terremoto del 2016: reportage di viaggio e vita
Quando ho conosciuto Luca avevamo entrambi 16 anni. Ormoni a briglie sciolte, scudetto della Lazio nel cuore e improbabili pettinature.
Insieme, pomeriggio dopo pomeriggio abbiamo cavalcato l’adolescenza: le prime libertà e l’inevitabile voglia di crescere e far finta di esser grandi (che poi a pensarci bene, era meglio non averla questa gran fretta).
Chitarre, vecchie consolle, sigarette, musica a decibel sparati nelle notti tra le vie silenziose di Voceto e quella voglia di crescere troppo in fretta.
Poi Luca è tornato a vivere a Roma ed inevitabilmente ci siamo persi di vista, ma negli anni non abbiamo mai smesso di sentirci.
Il 24 Luglio 2016 ci siamo scritti per il mio compleanno. Sono bastati un rapido scambio di messaggi e le imminenti ferie per promettere di rivederci, dove ci eravamo conosciuti: a Voceto. Gli avevo promesso che avrei portato una playstation, in memoria dei vecchi tempi e, per rendere la cosa ancora più epica la Vespa dell’83.
Il 24 Agosto Amatrice non c’era più. Voceto, tutte le frazioni dell’ Amatriciano e mezzo centro Italia erano stati squarciati dall’urlo sommesso del terremoto.
Mesi dopo, a cuore freddo ci siamo sentiti di nuovo. Era tempo di chiudere il cerchio, anche solo simbolicamente: VOCE/TO è il racconto di un piccolo viaggio attraverso alcuni di quei posti che di voce ne hanno avuta poca e che ancora non ne hanno abbastanza. Pretare, Arquata, Retrosi, Moletano, Voceto.
La storia di un piccolo viaggio attraverso il racconto di Luca e la sua famiglia che ritornano un anno dopo, e per la prima volta dalla tragedia, a dormire in tenda nelle loro montagne, una volta accoglienti e sicure, dove le stelle bruciavano più forte che in città.
La storia di un piccolo viaggio ideata sceneggiata e realizzata da me e dalle telecamere di Manuele Sacchi, con la pancia e con il cuore.
Il lavoro è stato pubblicato su “Lo Stato delle Cose” e si è classificato come vincitore assoluto per il Fluvione Film Festival, premiato da Sigfrido Ranucci di Report.



































